#FORUMAutoMotive: Cingolani a 360° su mobilità, idrogeno e nucleare
La decarbonizzazione, ha dichiarato il titolare del ministero della Transizione Ecologica, ci sarà, ma nei tempi giusti, seguendo puntualmente le tappe previste dall’agenda. E senza tralasciare alcuna tecnologia, a cominciare da quella atomica green e di quarta generazione
Milano, 25 ottobre – Inserito tra la due tavole rotonde dedicate ai dealer e alla filiera automotive, l’intervento di Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologia dell’attuale Governo Draghi, ha inviato importanti segnali nel corso della giornata che ha aperto, nel pomeriggio del 25 ottobre, i lavori di #FORUMAutoMotive all’hotel Melià di Milano. Per oltre un’ora, in collegamento streaming, il ministro ha partecipato attivamente al dibattito moderato dal giornalista Pierluigi Bonora e con gli interventi di Geronimo La Russa, presidente dell’Automobile Club di Milano. Un intervento che ha inizialmente spento gli entusiasmi con la dichiarazione che “per accelerare la transizione non si può pensare di avere incentivi a ripetizione”, ma poi continuata in una direzione più gradita alla platea con la precisazione: “Quello che serve per la decarbonizzazione sono aiuti strutturali, non del tipo stop & go come avvenuto di recente”.
Fisico, accademico e ricercatore, Roberto Cingolani ha dimostrato di affrontare con competenza ed equilibrio il difficile ruolo al quale è chiamato. Sulla spinta all’accelerazione della decarbonizzazione, il ministro ha risposto dicendo che l’impegno con la Commissione Europea si base su un programma preciso, che comprende centinaia di azioni nei prossimi 5 anni ma, ha aggiunto, “l’agenda prevede tappe forzate che prevediamo di rispettare puntualmente e senza strafare, perché non si può correre una maratona al ritmo dei 100 metri”.
Dal tema automotive l’attenzione si è naturalmente spostata su quello del nucleare, tornato prepotentemente d’attualità dopo le prime dichiarazioni dello stesso ministro della Transizione Ecologica. “Il nucleare pulito, quello di quarta generazione al quale stanno lavorando le grandi nazioni, va tenuto presente come alternativa alle energie rinnovabili. Sono tecnologie in fase di sviluppo, dobbiamo guardarci dentro, anche se sarà difficile che possa diventare una realtà entro i prossimi 10 anni. Possiamo contare su nuove tecnologie che danno sicurezza: utilizzano materiali diversi dall’uranio ed effettuano il raffreddamento con minerali, non con acqua. Senza dimenticare che potrebbero assicurare la produzione di 350 megawatt in una centrale dalle dimensioni di un container, per questo non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuna tecnologia”.
Cingolani, incalzato da Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive, ritiene offensivo chi liquida tutto parlando di “blablabla” (la frase usata recentemente da Greta Thunberg, ndr), perché se le cose fossero state semplici sarebbero già state fatte. Il piano, infatti, prevede che per arrivare a impiegare il 70 per cento di energie rinnovabili bisogna installare molti impianti, decuplicando ogni anno le centrali, facendo in modo che la domanda di energia possa crescere compatibilmente con quello che produciamo. “Altrimenti non potremo liberarci dai combustibili fossili”.
Il ministro è quindi tornato sul focus di #FORUMutoMotive, dal titolo “Troppi blablabla sulla mobilità green, occorrono più realismo e trasparenza. E meno azzardi”. È questo il tema sul quale Roberto Cingolani ha saputo fornire rassicurazioni ai rappresentanti della filiera automotive, con una serie di indicazioni puntuali, in posizione centrale e di massimo equilibrio rispetto alle derive ideologiche che arrivano da alcune parti della politica.
“Abbiamo abbastanza tempo per recuperare parte del terreno perso in questi anni – ha puntualizzato – senza trascurare la leadership che l’Italia ha in questo settore. La lungimiranza paga, come sta dimostrando la Cina, e noi stiamo lavorando su più fronti, partendo dall’investimento di 3,2 miliardi di euro riservati alla ricerca sull’idrogeno verde. Nelle scelte che ci aspettano, dobbiamo metterci nei panni della persona comune, perché un conto è vivere in una grande città, un altro è abitare in un posto nel quale non esistono tutti i servizi delle metropoli. L’elettrico è obiettivamente utile sulle piccole tratte; il problema non dipende dalle auto, ma dalle infrastrutture”.
Più che positiva, per il settore, è la posizione relativa alla transizione, che non può essere concentrata solo sull’elettrico. “Dobbiamo aiutare con gli incentivi chi non può fare autonomamente il salto, consentendogli di passare oggi alle auto omologate Euro 6. Questo avrebbe effetti positivi sulla decarbonizzazione, ma è importante fermare il mercato di auto di terza o quarta mano che finiscono in altri Continenti, trasferendo il problema in aree geografiche diverse. La transizione è importante – ha concluso Cingolani – ma dovremo farlo solo con idee chiare, tenendo presente che si dovrà continuare ancora a lungo a produrre componenti per le auto convenzionali anche e soprattutto allo scopo di evitare che milioni di famiglie rimangano in mezzo a una strada”.